Da ben 36000 interviste realizzate in 31 paesi europei UE-27 più Croazia, Turchia, Svizzera e Norvegia, nasce l’indagine dell’EU-OSHA che fornisce ai decisori politici importanti e utili strumenti di analisi e di organizzazione in materia di sicurezza e salute sul lavoro.
La sintesi del rapporto, intitolato Indagine europea fra le imprese sui rischi nuovi ed emergenti, può essere scaricata in formato PDF e Lingua Italiana a questo link.
15 pagine per 7 capitoli quali: Contesto, Risultati principali, Gestione della SSL, Rischi psicosociali e loro gestione, Spinte ed ostacoli, Partecipazione dei dipendenti, Metodologia dell’indagine.
Il contesto nel quale si inserisce l’indagine è appunto quello dei rischi emergenti (ESENER) quali stress, violenza e molestie e nello specifico, in questo ambito son stati ascoltati sia i dirigenti sia i rappresentanti per la salute e la sicurezza dei lavoratori oltre ad appurare il coinvolgimento dei lavoratori interessati “nella gestione della salute e della sicurezza sul lavoro, che è un fattore importante nell’attuazione di successo di misure preventive a livello di luogo di lavoro“.
I risultati ottenuti e descritti nella sintesi sopra indicata mostrano il diverso approccio delle imprese europee frutto anche di differenti sensibilità culturali, la tendenza è di adottare azioni formali (politiche o procedurali, questo accade soprattutto in Irlanda, Regno Unito, Paesi Bassi e nei paesi Scandinavi) in materia di sicurezza sul lavoro e rischi psicosociali, “ma ricorrono anche ad azioni meno formali (ad hoc), specialmente quando si tratta dei rischi psicosociali“.
Nello specifico della gestione dei rischi psicosociali questa è più frequente nel settore sanità e servizi, meno nei paesi dell’Europa meridionale (fatta eccezione per la Spagna) .
Il grafico sottostante, ripreso sempre dall’indagine, mostra le motivazioni principali per le quali si registra una mancanza di una politica documentata, un sistema di gestione o un piano d’azione:
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